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Bollette, a ottobre rincaro del 40% sulla componente energetica

Carenza, della risorsa, speculazione e mancanza di politiche energetiche europee determineranno un salasso da circa 700 euro annui

Fonte immagine: Pixabay
  • Un gasdotto in Alaska

Il Ministro della Transizione Ecologica Cingolani ha di fatto certificato il salasso sulle bollette di elettricità e gas a partire dal prossimo mese di ottobre quando il rincaro sui prezzi sarà del 40%.

Sarà un mese orribile quello di ottobre per quanto riguarda le tasche degli italiani che saranno gravati dagli aumenti sulle bollette energetiche. Aumenti che registreranno un +40% sulla componente energetica.

In tal senso non ha lasciato dubbi il Ministro della Transizione Energetica Roberto Cingolani che ha anche aggiunto: “I dati tendenziali sugli aumenti dei costi dell’energia sono noti e monitorati da tempo dagli addetti ai lavori: le variazioni delle bollette sono stabilite ogni trimestre dall’autorità per l’energia sulla base del costo delle materie prime come il gas e dal costo della CO2. Il governo è fortemente impegnato per la mitigazione dei costi delle bollette dovuti a queste congiunture internazionali e per fare in modo che la transizione verso le energie più sostenibili sia rapida e non penalizzi le famiglie”.

Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, ha puntato il dita su Bruxelles: “Ho quasi paura a dirlo, perché ormai domina un approccio da ecologismo sognatore: ma la verità è che la transizione ecologica ad oggi non sta in piedi economicamente. La Commissione europea ha gravi responsabilità”.

Quattro sono i motivi fondamentali che hanno determinato i rincari ovvero carenza di gas in Europa, dovuta al lungo inverno scorso che ha intaccato le riserve e frenata delle consegne di Russia e Norvegia che non hanno permesso il ripristino standard dei livelli; l'aumento della domanda dovuto alla ripresa, con i valori di assorbenza ripristinati ai livelli del 2019; speculazione finanziaria; politiche della Commissione Ue. Le responsabilità di Bruxelles, secondo Tabarelli, sono legate al fatto che “i prezzi per i diritti di emissione di anidride carbonica sono esplosi: la media nel 2020 era di 25 euro a tonnellata, oggi siamo a 62. La politica sul green sta ponendo obiettivi molto ambiziosi e per il sistema industriale è un grosso problema. È molto difficile reggere il passo. Le rinnovabili non bastano e non risolveranno il problema. Ma non è tutto qui. C'è anche da fare i conti con una politica distratta dal verde: qui si pensa al green deal e a Greta e non si vedono le questioni centrali, cioè quelle economiche, con l'energia che arriva a costare il triplo rispetto a Usa e Cina, e di sicurezza”.

Secondo alcune stime, ogni famiglia italiana si ritroverà mediamente a pagare da ottobre in poi circa 700 euro in più l'anno. 

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