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Il MEF mette fine ai bonus: addio 110, infissi e sismabonus

Il Ministro Giorgetti ha annunciato l'intento, reso necessario per la salvaguardia delle casse dello Stato

  • Lavori edili in cantiere

Tutti gli emendamenti condivisi in Commissione Finanze alla Camera, anche quelli bipartisan,  hanno dovuto fare i conti con un muro invalicabile.  

Il taglio imposto dal Ministero dell’Economia ha di fatto azzerato i bonus. Oltre alla proroga del Superbonus 110%, sono state azzerate anche le ipotesi di ritorno del bonus infissi al 75% così come l’estensione del sismabonus. Tutti gli emendamenti condivisi in Commissione Finanze alla Camera, anche quelli bipartisan,  hanno dovuto fare i conti con un muro invalicabile.

edilexporoma2024.gif Il ministro Giancarlo Giorgetti ha spiegato la scelta in maniera lapidaria richiamando principi come la tutela dei conti pubblici e, quello ancor più elementare della mancanza dei fondi necessari a reggere tali sarebbero abbastanza soldi. Continuare con tali misure avrebbe comportato una zavorra ulteriore per le casse dello Stato. Da qui il parere negativo del Mef a tutti e 123 gli emendamenti, con l’obiettivo di trasformare il decreto in legge entro metà febbraio senza modifiche. A questo punto, di fronte a tale intento dichiarato, suffragato anche da Giorgia Meloni, la maggioranza ha deciso di ritirare le proprie proposte di modifica. Un boccone amaro per chi, come il relatore Guerino Testa (Fratelli d’Italia), aveva spinto per tutelare settori del Made in Italy come quello di serramenti e infissi, con 50mila posatori, 40mila rivenditori e decine di migliaia di produttori di legno e alluminio. Il decreto Superbonus, approvato a fine anno dal Consiglio dei ministri,salva i lavori con il 110% certificati solo entro il 31 dicembre 2023. Prevede un aiuto da quantificare per i redditi fino a 15 mila euro e limita gli interventi col bonus barriere architettoniche per «evitarne l’uso improprio. Poco, troppo poco per le associazioni di categoria come Ance e Confedilizia che avevano chiesto una proroga o almeno un Sal straordinario per salvare i 40mila cantieri condominiali incompiuti e un  valore stimato di 28 miliardi. Si era pensato pure di concedere almeno altri 60 giorni a chi a fine dicembre aveva raggiunto circa il 70% dei lavori.

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