Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com

E la Firenze di Nardella si è inventata gli affitti brevi

Il sindaco di Firenze è intervenuto in Consiglio comunale per illustrare la proposta di delibera 'per aprire breccia nell'inerzia del Paese'

Fonte immagine: pixabay
  • florence-2059111_1920.jpg

"Un provvedimento politico per aprire una breccia nell'inerzia del Paese". Così il sindaco di Firenze, Dario Nardella, è intervenuto in Consiglio comunale per illustrare la proposta di delibera sugli affitti brevi. Nardella lo ha definito "uno dei provvedimenti più impegnativi, importanti e rappresentativi del modo in cui abbiamo sempre cercato di interpretare e attuare il nostro mandato di governo della città". 

"Un provvedimento politico per aprire una breccia nell'inerzia del Paese". Così il sindaco di Firenze, Dario Nardella, è intervenuto in Consiglio comunale per illustrare la proposta di delibera sugli affitti brevi. Nardella lo ha definito "uno dei provvedimenti più impegnativi, importanti e rappresentativi del modo in cui abbiamo sempre cercato di interpretare e attuare il nostro mandato di governo della città. Vogliamo dare una risposta alle sacrosante richieste d’aiuto che vengono da tantissimi concittadini: dai nostri studenti; dalle giovani coppie; dalle famiglie in difficoltà; dagli anziani pensionati. Ci prendiamo la responsabilità di intervenire là dove, finora, Governi e Parlamenti non sono intervenuti".

"Sono ormai diversi anni che a Firenze, in Italia, in Europa e nel mondo gli amministratori locali sono costretti a misurarsi con le criticità, sempre più evidenti e gravi, dell’incontrollata espansione del mercato delle locazioni turistiche brevi - ha detto Nardella - Stiamo parlando di un fenomeno che ha preso piede, nei primi anni del duemila, come forma di sharing economy. Nel corso del tempo, ha però completamente smarrito la sua originaria vocazione, diventando una vera e propria forma di sfruttamento economico delle abitazioni civili. E in particolare nelle località che, come Firenze, sono a maggiore vocazione turistica".

Nardella ha ricordato che in molti paesi le amministrazioni "sono tempestivamente intervenute per regolare il fenomeno, in modo da preservarne la sostenibilità, anzitutto sul piano sociale. Ricordo, ad esempio, i casi di Parigi, Amsterdam, Barcellona, Lisbona, e da ultimo anche New York. In Italia, invece, la mancata adozione di qualsivoglia regola e argine normativo ha finito per mettere in competizione la domanda abitativa turistica con la domanda abitativa residenziale. Poiché la prima è molto più redditizia della seconda, un numero sempre maggiore di appartamenti liberi, prima destinati a locazioni ordinarie, è stato spostato sul mercato turistico. Secondo uno studio nel solo centro storico di Firenze il 29% delle unità disponibili è affittato sulla piattaforma Airbnb. La drastica riduzione dell’offerta residenziale, e il conseguente, fisiologico aumento dei canoni, hanno spalancato la porta alla gravissima crisi abitativa che tutti abbiamo sotto gli occhi".

"Quello alla casa è un diritto fondamentale, ed ogni ente territoriale, a qualsiasi livello, deve fare tutto ciò che è possibile per garantirne la piena effettività. Nonostante i nostri limitatissimi poteri di intervento sulla materia, non ci siamo mai voltati dall’altra parte - ha sostenuto Nardella - Siamo stati la prima amministrazione comunale a richiedere insistentemente allo Stato un intervento regolatore della materia. Per ragioni incomprensibili, l’unica risposta legislativa ha riguardato la sola città di Venezia, che pure vive criticità assolutamente analoghe a quelle fiorentine. Abbiamo allora presentato una nostra proposta normativa di iniziativa popolare, cercando nuovamente di sollecitare un intervento del legislatore nazionale. Nel tempo, siamo riusciti a creare un fronte sempre più compatto con i sindaci delle principali città italiane: con quanti, cioè, da anni sono costretti a misurarsi, in prima linea, con le conseguenze deleterie di un fenomeno sempre più ingestibile".

Nardella ha ricordato che lo scorso 4 aprile ha riunito in Palazzo Vecchio i principali stakeholder, studiosi e associazioni di categoria per discutere della crisi abitativa.· Abbiamo anche incontrato associazioni rappresentative degli host. E' stato grazie alla compattezza e alla determinazione dei comuni italiani che siamo finalmente riusciti a portare il problema sull’agenda politica nazionale".

"Quando, nel maggio scorso, la ministra Santanché ha per la prima volta annunciato un decreto in materia di locazioni turistiche, ho davvero sperato che si riuscisse ad arrivare a una proposta realmente condivisa ed efficace - ha affermato Nardella - Ho da subito suggerito l’adozione di norme flessibili, che lasciassero alle amministrazioni locali la discrezionalità di introdurre regole e limitazioni specifiche per singole aree. Il nostro obiettivo, infatti, non è mai stato quello di bloccare o addirittura criminalizzare un’attività economica assolutamente legittima e, in determinati contesti, anche potenzialmente virtuosa. Ciò che è fondamentale, semmai, è che si riesca a garantire, nei vari distretti urbani, un adeguato equilibrio tra offerta abitativa turistica e offerta abitativa residenziale, calibrato sulle specifiche esigenze di ciascun territorio, in modo da eliminare tutti gli effetti distorsivi a cui stiamo assistendo. Purtroppo, a fine maggio il ministero ci ha inviato una bozza di decreto estremamente deludente. Il criterio del minimum stay di due notti è chiaramente insufficiente a risolvere le criticità che abbiamo denunciato. L’obiettivo non può essere (come peraltro candidamente ammesso dalla ministra) solo e semplicemente quello di “salvare” i fine settimana degli albergatori Neppure la seconda versione del decreto, inviataci il mese scorso, sembra essere più adeguata, anche se, apprezzabilmente, accoglie una delle richieste che avevo presentato al tavolo ministeriale di giugno, ossia l’abbassamento della soglia di imprenditorialità da 4 a 2 appartamenti".

Nel 2016 "avevamo poco meno di 6.000 appartamenti inseriti su Airbnb, "oggi ne abbiamo quasi 14.378. In questo lasso di tempo, il costo medio dei canoni mensili per le locazioni ordinarie (residenziali) è aumentato del 42%, passando dai 13,4 €/mq del 2016 ai 19 €/mq dello scorso agosto. Solo nell’ultimo anno, l’aumento è stato del 15,1%. Significa pagare, per una singola stanza, almeno 500 € al mese. Si è poi avuta una escalation dopo il Covid, quando la forza attrattiva delle piattaforme online e l’assenza di regole, unica alla redditività altissima dello sfruttamento turistico dell’alloggio privato, ha portato a questa situazione".

"Leggo questi dati e penso, innanzitutto, ai più giovani - ha spiegato il sindaco - A Firenze e provincia, gli under 35 guadagnano in media meno di 20.000 € lordi annui. Significa non potersi permettere, ancora a 35 anni, un monolocale di 30 mq. È questo quello che vogliamo? Una città inaccessibile a tutti i giovani che non abbiano la fortuna di avere un appartamento di proprietà? E come può un governo così preoccupato, perlomeno a parole, dalla crisi demografica e dalla denatalità, restare indifferente dinanzi a un problema di queste dimensioni? Come si può pensare che una giovane coppia, che a stento riesce a pagarsi un bilocale in periferia, possa anche solo immaginare di avere un figlio? E quante altre volte ancora dovremo leggere sui giornali di persone che hanno dovuto rinunciare a trasferirsi a Firenze, pur avendo trovato un impiego, per l’impossibilità di trovarsi un alloggio a un prezzo sostenibile? Non possiamo rimanere fermi, abbiamo il dovere e l’urgenza di fare qualcosa. Possiamo accettare che la straordinaria bellezza della nostra città venga messa a repentaglio da una turistificazione sempre più massiccia? È un tema di rilevanza costituzionale, in relazione anzitutto all’art. 9".

Nell’area Unesco di Firenze, che rappresenta appena il 5% del territorio comunale, si concentra quasi il 75% degli appartamenti destinati a locazione breve. "Davvero vogliamo lasciare che il nostro centro storico diventi sempre più un albergo diffuso? Per chi si professa conservatore non è forse un problema la progressiva scomparsa di tutti gli storici e tradizionali esercizi di vicinato, rimpiazzati quasi solo da servizi al turismo? La tutela del centro storico è anche tutela del suo tessuto sociale ed economico - ha osservato Nardella - E se un centro storico patrimonio mondiale umanità perde la sua identità sostanziale, noi dobbiamo intervenire prioritariamente nel centro storico. Non voglio dire che lo spopolamento dei centri storici sia un fenomeno legato esclusivamente alla diffusione delle locazioni brevi. Negli ultimi trent’anni, i nuovi assetti urbanistici, l’introduzione delle Ztl, hanno spinto (non solo a Firenze, ma in tutta Italia) una parte dei residenti al di fuori dei centri storici. Ma è innegabile che la conversione di un numero sempre maggiore di appartamenti a locazioni turistiche abbia impresso negli ultimi anni un’accelerata anomala e incontrollata al fenomeno. Nel centro storico si registrano ogni mese tantissimi sfratti per finita locazione (non morosità!). Stiamo parlando di inquilini regolarmente solventi, che i proprietari decidono di sfrattare per poter poi passare ai più redditizi affitti brevi".

Se vuoi commentare questo articolo effettua il login.