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Sanare un abuso edilizio? Si può con la sanatoria

La doppia conformità urbanistica è requisito necessario ma può essere bocciata

Fonte immagine: Pixaba
  • giudice

La sanatoria è ammissibile solo nel caso di costruzioni realizzate in assenza della necessaria richiesta del permesso di costruire, ma che comunque hanno rispettato tutti i criteri che avrebbero permesso, qualora fosse stata richiesta, di vedersi concessa l’autorizzazione dall'amministrazione.

Esiste uno strumento, la sanatoria, pensato proprio per dare la possibilità di sanare un abuso edilizio nel caso in cui l'immobile non sia in contrasto con il piano regolatore urbano.

La sanatoria è ammissibile solo nel caso di costruzioni realizzate in assenza della necessaria richiesta del permesso di costruire, ma che comunque hanno rispettato tutti i criteri che avrebbero permesso, qualora fosse stata richiesta, di vedersi concessa l’autorizzazione dall'amministrazione.

La sanatoria permette in pratica di mettere in regola l'opera dopo la sua realizzazione invece che prima della sua realizzazione, solo nel caso, come detto, che la costruzione sia conforme ai regolamenti urbanistici vigenti all'epoca in cui è stata realizzata e a quelli vigenti all'epoca in cui la stessa viene presentata.

Ovviamente, il ricorso alla sanatoria non mette al riparo da eventuali fermi amministrativi e relative sanzioni, durante i lavori di realizzazione.
La sanatoria non va confusa con il condono edilizio. La differenza tra i due strumenti è infatti sostanziale. Il condono edilizio permette di chiedere la deroga alle norme violate dalla costruzione “regolarizzando” un’opera irregolare. La sanatoria è un provvedimento amministrativo che necessita inevitabilmente della doppia conformità urbanistica.

La doppia conformità è la rispondenza alle norme vigenti al momento in cui è stato realizzato l'abuso e alle norme vigenti al momento in cui la sanatoria viene richiesta.
Per ottenere la sanatoria di un abuso edilizio occorre presentare domanda in Comune. L'istanza va redatta da un tecnico abilitato e, una volta inviata, il Comune decide entro 60 giorni, inviando risposta di accoglimento o diniego dell'istanza con adeguata motivazione. Laddove entro 60 giorni, l'amministrazione non risponda si configura il silenzio rifiuto, ossia il mancato accoglimento della sanatoria.  

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