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Il Superbonus è positivo ma è attuato male

Lo dice in un'intervista il neo presidente del Cni, Consiglio nazionale ingegneri, Angelo Domenico Perrini

Fonte immagine: pixabay
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Il Superbonus è positivo ma è attuato male. Lo dice in un'intervista il neo presidente del Cni, Consiglio nazionale ingegneri, Angelo Domenico Perrini. 

"Sul Superbonus diamo un giudizio positivo ma totalmente negativo sull'evoluzione normativa. Riteniamo ci sia stata una norma assolutamente utile al recupero sia dal punto di vista energetico, sia dal punto di vista strutturale dei nostri manufatti edilizi". Lo dice in un'intervista il neo presidente del Cni, Consiglio nazionale ingegneri, Angelo Domenico Perrini.

"Noi - ricorda - abbiamo un patrimonio bello ma fragile in senso statico e del consumo energetico. Per cui la norma sarebbe stata utile per trasformare le nostre abitazioni in modo che fossero meno energivore e molto più sicure dal punto di vista statico. Tuttavia, è stata una legge che ha subito diverse modifiche che hanno creato grandi difficoltà per operatori, proprietari e tecnici. Addirittura all'ultimo c'è stata anche l'impossbilità di cedere i crediti, per cui la norma non è riuscita a fare granché, creando situazioni in cui i tecnici hanno il cassetto fiscale pieno di crediti, e poi devono anche pagare le imposte su soldi che non hanno mai incassato"

"Una situazione drammatica - commenta il presidente Perrini - e per questo allo Stato abbiamo chiesto almeno di evitare al sospensione il pagamento delle imposte sulle somme non incassate".

"La formazione degli ingegneri è una battaglia che porteremo avanti; abbiamo la sensazione che il 'prodotto ingegnere' dalle nostre università non esce più come quello di una volta". Lo dice in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia il neo presidente del Cni, Consiglio nazionale ingegneri, Angelo Domenico Perrini.

"Il percorso 3+2 - commenta - non ha migliorato la qualità del laureato, specialmente del laureato magistrale. Il laureato ingegnere italiano in Europa si caratterizzava per essere diverso dagli altri, in quanto aveva una preparazione scientifica di base molto forte, su cui si innestava una specializzazione che comunque non era segno di specificità, non escludendo la possibilità che l'ingegnere si occupasse d'altro".

"C'era la cosiddetta cassetta degli attrezzi - rimarca il presidente Perrini - che consentiva all'ingegnere di affrontare liberamente tutti i problemi che gli venivano posti dando risposte corrette. La speranza è che ci sia una netta separazione tra il triennale rispetto alla laurea quinquennale".

 

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