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Edilizia, analisi digitali per costruzioni più sostenibili

Il White Paper presentato da Anitec e Assinform svela i possibili sviluppi dell'impego della tecnologia

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Grazie all’uso di modelli predittivi, sistemi di Intelligenza Artificiale e analisi di grandi quantità di dati in tempo reale, è possibile monitorare e controllare i fabbisogni energetici dell'edificio.

Per intraprendere un cammino virtuoso verso lo sviluppo sostenibile nel settore del building, è necessario puntare a politiche ad ampio respiro per diffondere l’adozione di strumenti digitali come, ad esempio le soluzioni Building Energy Management System (Bems) che, grazie all’uso di modelli predittivi, sistemi di Intelligenza Artificiale e analisi di grandi quantità di dati in tempo reale, consentono il monitoraggio, il controllo e l’ottimizzazione dei fabbisogni energetici dell'edificio. Ma non solo. Stando al White Paper presentato oggi da Anitec-Assinform - dal trema "Una sola transizione per un nuovo habitat – Come digitale e sostenibilità ridisegnano building, workspace e territorio" e realizzato dal Comitato "Habitat Digitale" dell'associazione - la rivoluzione ecologica del patrimonio edilizio pubblico e privato va sostenuta anche aiutando le Amministrazioni e le imprese.

Pa e imprese, spiegano gli analisti del Comitato "Habitat Digitale" di Anitec-Assinform, vanno aiutate a comprendere il ruolo ormai imprescindibile del digitale per massimizzare l’efficienza delle reti energetiche e per adottare modelli partecipativi del tutto nuovi basati sullo sviluppo di comunità energetiche attive e consapevoli, ove consumatori, produttori e 'prosumers' avranno l’opportunità di scambiarsi energia con nuove modalità, favorendo così il processo di decarbonizzazione. Smart Building e Smart District, da un lato, e Smart Grid e Micro Grid, dall’altro "devono rappresentare i pilastri" sui cui fondare nuove strategie nazionali, orientate a gestire in modo flessibile ed efficace le risorse, a ottimizzare i processi energetici e a realizzare contesti 'Zero Energy' nel nostro Paese, sottolinea il White Paper dell'Associazione confindustriale Italiana per l’Information and Communication Technology e dell’elettronica di consumo.

Lorenzo Greco, vice presidente di Anitec-Assinform con deleghe a Innovazione digitale e sviluppo delle tecnologie, sottolinea che "l'habitat Digitale è un ambito di innovazione molto ampio per il quale il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un importante leva di investimento su cui è importante puntare. Le direttrici su cui bisogna operare sono molteplici e le tecnologie sono il fattore essenziale per il loro sviluppo e applicazione". "Se si vuole davvero intraprendere la strada dell’innovazione, bisogna guardare la transizione ecologica e quella digitale non come due percorsi distinti, ma come un unico processo integrato, nel quale l’azione di governo e le misure Pnrr devono essere inquadrate in una visione complessiva".

Il White Paper di Anitec-Assinform accende un faro anche sui nuovi habitat di lavoro e sull'edilizia ed il territorio. Grazie al costante sviluppo delle tecnologie digitali, e in seguito alla loro massiccia adozione nel periodo della pandemia, la spinta verso il lavoro agile e, soprattutto, verso il lavoro ibrido, ha aperto la strada a una nuova concezione di habitat lavorativo, che perde i suoi confini 'storici', legati a un ambiente ben definito e si organizza invece in maniera più dinamica, secondo le necessità e le attitudini del singolo lavoratore, rilevano gli esperti del Comitato 'Habitat Digitale'.

Inoltre, tra i settori in grado di incidere maggiormente nella trasformazione digitale ed ecologica, il Comitato Habitat Digitale rileva che quello delle costruzioni assume certamente un ruolo di grande rilievo, sia per la sua dimensione economica, sia per l’impatto che esso può esprimere in termini di efficienza di filiera e di sostenibilità. Il Building Information Modeling (Bim) e la standardizzazione dei processi di filiera, sottolineano, sono fattori chiave per consentire al settore edilizio di assumere un ruolo guida nel processo di digitalizzazione e, attraverso adeguate politiche di indirizzo, in grado di orientare la domanda pubblica e privata verso un percorso virtuoso.

Il modello di sviluppo basato sul Bim, aggiungono ancora, va riconosciuto come primario fattore trainante della digitalizzazione per il settore edilizio e delle infrastrutture e promosso adeguatamente, adottando regole più chiare e stabili che puntino a razionalizzare i processi, a velocizzare l’esecuzione dei lavori e ad assicurare il monitoraggio dell’intero ciclo di vita degli investimenti.

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