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Il catasto diventerà patrimoniale?

La Confedilizia tuona contro le nuove tasse rispetto alla riforma catastale in atto

Fonte immagine: pixabay
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La norma sulla riforma del catasto contenuta nella delega fiscale all’esame del Parlamento rende definitiva, la trasformazione del catasto italiano "in catasto patrimoniale" con la conseguenza che "tassare ogni anno il valore di un bene anziché quanto il bene produce, rappresenta un esproprio surrettizio inammissibile". E' quanto sottolinea Confedilizia. 

La norma sulla riforma del catasto contenuta nella delega fiscale all’esame del Parlamento rende definitiva, la trasformazione del catasto italiano "in catasto patrimoniale" con la conseguenza che "tassare ogni anno il valore di un bene anziché quanto il bene produce, rappresenta un esproprio surrettizio inammissibile". E' quanto sottolinea Confedilizia in un'analisi a firma di Corrado Sforza Fogliani, ex presidente della confederazione, in vista dell'approdo del provvedimento in Aula il 28 marzo.

L'esclusione di nuove tasse da parte del governo 'risulta poco chiara'", scrive Sforza Fogliani, citando Confindustria, in merito alle garanzie del governo che la riforma degli estimi è una mappatura e le scelte su eventuali aumenti fiscali saranno nelle mani dei governi tra sei anni, a lavoro ultimato. "Il rischio - prosegue - è che, qualora non siano utilizzati per la tassazione locale, tali lavori previsti possano essere strumentali alla introduzione di nuove imposte patrimoniali a livello nazionale”. Inoltre "la previsione del non utilizzo del nuovo catasto per fini tributari è stabilita semplicemente con una legge ordinaria, che potrebbe quindi in qualsiasi momento essere superata con legge dello stesso rango da qualunque governo volesse farlo".

La Confedilzia smentisce anche la dottrina che la riforma del catasto sia una richiesta europea. "Va poi sfatata la generalizzata convinzione che senza revisione del catasto l’Italia non potrebbe usufruire dei finanziamenti del Pnrr", scrive. "Il collegamento con il Pnrr viene operato esclusivamente dal documento dell’Italia che illustra le riforme di accompagnamento che il Governo si propone di fare: l’accostamento della revisione catastale al Pnrr è dunque fatto dal nostro governo e non dall’Unione europea. Che, comunque, chiede pur sempre una maggiore tassazione delle case senza distinzione alcuna fra di esse e comprendendovi dunque anche la prima casa", conclude Sforza Fogliani.

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