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il governo Draghi si spacca sulla riforma del catasto

Accuse incrociate a destra e sinistra sul sospetto di una patrimoniale ma il sistema è fermo al 1939

Fonte immagine: pixabay
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il governo Draghi si spacca sulla riforma del catasto. Accuse incrociate a destra e sinistra sul sospetto di una patrimoniale ma il sistema è fermo al 1939. 

Il governo Draghi si spacca sulla ipotetica riforma del catasto, creando frizioni tra destra, sinistra e centro. "La norma che riguarda il catasto non prevede un euro di tasse in più sulla prima casa. Contrariamente a quanto afferma la propaganda della destra non ci sono tasse sulla casa. Si tratta di un riordino dell’esistente, fermo al 1939. Nel 2026 si valuterà il da farsi e questo consentirà probabilmente di superare ingiustizie e distorsioni del sistema, facendo pagare meno a chi oggi paga troppo con maggiore equità per famiglie e imprese”. Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera e Simona Malpezzi, capogruppo Pd al Senato.

"Irresponsabile è l'accanimento che la sinistra dimostra nei confronti degli italiani volendo a tutti i costi imporre al governo di aumentare le tasse sulla loro casa. La casa non si tocca, punto. La Lega, oggi più che mai, dice no all'introduzione di nuove tasse; a maggior ragione in un momento di estrema incertezza come questo è assolutamente sconsiderato ipotizzare forzature per stangare gli italiani. Dietro la riforma del catasto si nasconde un salasso per gli italiani ma gli unici a non voler assolutamente mettere mano nelle tasche dei cittadini siamo noi che abbiamo cercato in tutti i modi una mediazione per scongiurare l'ennesima batosta per milioni di famiglie". Così il capogruppo Lega in commissione Finanze della Camera, Giulio Centemero.

Sul catasto bisogna essere "realistici", "si tratta di riformare anche questo settore della Pa. Siete mai entrati in un ufficio del catasto? Ci sono delle piantine cartacee che risalgono al '900... Dobbiamo digitalizzare, informatizzare anche questo settore della Pubblica amministrazione. E facciamolo senza pregiudizi ideologici, senza dividerci, con razionalità. In questo momento manteniamo nervi saldi e soprattutto senso di responsabilità". Così il leader del M5S, Giuseppe Conte, parlando con i cronisti.

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