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I segreti della medicina dell'habitat

Il nostro obiettivo dovrebbe essere di lasciare alle generazioni future un ambiente più sano basato sulla sostenibilità

Fonte immagine: pixabay
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La Medicina dell'Habitat sostiene che il tipo di abitazione, i materiali che la compongono, la disposizione degli ambienti, l'arredamento, l'illuminazione, i colori, i suoni e soprattutto le abitudini domestiche, influiscano profondamente sulla nostra salute.

In un momento storico come quello che stiamo vivendo, dove l'approccio all'ecosistema è subordinato ormai rovinosamente al fatturato e all'interesse meramente personale, pensare di progettare una casa eco-sostenibile potrebbe destare scetticismo e dileggio.

Quello che mi piacerebbe suscitare invece è quella curiosità che muove le coscienze a pensare al futuro, come miglioramento della qualità di vita in eredità ai nostri figli.

Il nostro obiettivo dovrebbe essere di lasciare alle generazioni future un ambiente più sano, basato sulla sostenibilità, dove il rapporto con il costruito generi un equilibrio, soddisfacendo le nuove esigenze generazionali.

A questo scopo, già da qualche tempo, è stata sviluppata una disciplina chiamata Medicina dell'Habitat, la quale sostiene che il tipo di abitazione, i materiali che la compongono, la disposizione degli ambienti, l'arredamento, l'illuminazione, i colori, i suoni e soprattutto le abitudini domestiche, influiscano profondamente sulla nostra salute.

Ad avvalorare tale principio, lo stesso Ippocrate (medico greco antico, padre della medicina scientifica) sosteneva come fosse necessario conoscere l'uomo nella sua completezza, per poter fare una diagnosi, compreso, dunque, il luogo dove si abitava.

Fino ad un centinaio di anni fa i materiali da costruzione erano tutti naturali: legno, pietra, mattoni, terra cruda o cotta e queste, con le relative tecniche costruttive (soprattutto locali), formavano la maggior parte delle abitazioni. Più in là, dopo la S.G.M., la necessità di ricostruire velocemente ha prodotto un'edificazione su larga scala che vede introdotti nuovi elementi che, secondo varie discipline (medicina, geologia, studi sull'influenza dei campi elettromagnetici) però sono risultati poco idonei all'abitare, creando danni alla salute soprattutto dagli anni '70 in poi.

Ad oggi, con la globalizzazione e la tendenza ad una società liquida, si è assistito ad una maggiore apertura all'Oriente e alle altre culture del Mondo, regalandoci una nuova consapevolezza, basata sul benessere del corpo e dell'ambiente. Quest'ultimo fu disciplinato già dall'antichità con il Feng-Shui, in Cina, e dal Ka Sò, in Giappone.

Non saremmo stati da meno, noi Occidentali, scoprendo che già nel 1450 Leon Battista Alberti scrisse il De re aedificatoria, una serie di consigli ed accorgimenti tali da renderlo un perfetto manuale dell'abitare ecologico, se solo non avessimo accantonato questa filosofia del costruire sano a favore di ragioni economiche e politiche, quelle che ci stanno portando al disfacimento di un'evoluzione antropologica, conquistata, pressoché con fatica dall' uomo, dimenticando invece quello a cui dovremmo ancora ambire come unico obiettivo, la salubrità nostra e del Pianeta.

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