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Superbonus, nonostante il 110% cresce il numero di chi rinuncia per colpa della burocrazia

Primi numeri certi dal report del Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri

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Cresce il numero di chi sta “approfittando” del Superbonus 110% ma cresce anche il numero di quelli che, fiaccati dai mille arzigogoli burocratici connessi alla sua concessione, ci stanno via, via rinunciando. La possibilità di accedere al finanziamento totale della spesa per rimodernare gli immobili, con addirittura un 10% in più del costo sostenuto quale incentivo, ha messo in moto decine di migliaia di pratiche a partire dal mese di ottobre del 2020 quando il relativo decreto attuativo ha reso fruibile il bonus. Peccato però che le tante normative che compongono le clausole per la concessione, hanno reso lo stesso bonus una chimera per molti. 

Cresce il numero di chi sta “approfittando” del Superbonus 110% ma cresce anche il numero di quelli che, fiaccati dai mille arzigogoli burocratici connessi alla sua concessione, ci stanno via via rinunciando. La possibilità di accedere al finanziamento totale della spesa per rimodernare gli immobili, con addirittura un 10% in più del costo sostenuto quale incentivo, ha messo in moto centinaia di migliaia di pratiche a partire dal mese di ottobre del 2020 quando il relativo decreto attuativo ha reso fruibile il bonus. Peccato però che le tante normative che compongono le clausole per la concessione hanno reso lo stesso bonus una chimera per molti.

Secondo un’analisi delle domande pervenute, 3 milioni di italiani, sui 9 milioni stimati come potenzialmente interessati, ci hanno rinunciato mentre le imprese chiedono la proroga per far fronte ai tempi allungati delle pratiche.

A fare un po’ di chiarezza sulla situazione ci ha pensato il Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri che ha diffuso i dati sugli investimenti per interventi di risparmio energetico e per la mitigazione del rischio sismico con gli incentivi dell’Ecobonus e del Sismabonus.

Secondo l'analisi effettuata dal centro studi del Consiglio Nazionale Ingegneri, la normativa sul Superbonus dev'essere subito resa più lineare. Solo così potrebbe realizzarsi la stima del Governo secondo cui ci sarebbe una crescita nel triennio del 23% e un incremento del 10% previsto già nel 2021.

Proprio il Governo Conte ha rafforzato il Superbonus per far fronte alla flessione del 13,6% degli investimenti fatti nel settore costruzioni nel 2020 a seguito della crisi Covid. A questo 2021 sono affidate le speranze di ripartenza del settore con un incremento del 10%, preambolo necessario per arrivare al +23% previsto nel triennio.

Intanto, lo stesso CNI ha individuato tre principali tipologie di interventi richiesti:

  • - il primo è quello riguardante la coibentazione dell’involucro (incluso quindi gli interventi del così detto cappotto termico) che si attesta a poco più di 800 milioni di euro, con una spesa media di 35mila euro per intervento;
  • - il secondo intervento più richiesto, quello per gli impianti termici/impianti di condizionamento, che si attesta a poco più di 750 milioni di euro, con una spesa media per intervento di 8.500 euro;
  • - terzo posto per la riqualificazione globale degli edifici e gli interventi sui condomini (che comprendono in larga misura gli interventi trainanti) che generano 300 milioni di euro l’anno.
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