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Superbonus 110 riformato, che fine fanno gli incentivi

Proiezione preoccupata del Presidente di Confedilizia Spaziani Testa

  • Presidente Confedilizia Giorgio Spaziani Testa

La manovra opera una vera e propria decimazione del sistema di incentivi per gli interventi finalizzati alla riqualificazione, al risparmio energetico e alla messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio. Un sistema, peraltro, unanimemente riconosciuto come indispensabile volano di crescita economica. 

 

Il presidente di Confedilizia, una delle maggiori associazioni di operatori del settore costruzioni, Giorgio Spaziani Testa, in un suo corsivo ha delineato le sue preoccupazioni legate alle conseguenze che porteranno le modifiche apportate dal governo ai bonus edilizi, a cominciare dal Superbonus che non sarà più applicabile alle case unifamiliari se non in concomitanza di isee famigliari al di sotto dei 25 mila euro.

Nel suo corsivo Spaziani Testa spiega: “Mentre al G20 si decideva di perseguire l’obiettivo dell’azzeramento delle emissioni inquinanti entro la metà del secolo, il governo italiano presentava in Parlamento una manovra fiscale che dispone una drastica riduzione degli incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici.

Potrebbe essere riassunto con questo paradosso il contenuto delle misure in materia di “bonus edilizi” (come vengono inopportunamente, quanto diffusamente, definiti) presenti nel disegno di legge di Bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri la scorsa settimana e in attesa di essere esaminato dal Parlamento. Ma non sarebbe sufficiente, visto che il taglio realizzato dall’esecutivo è ben più ampio e riguarda anche altre tipologie di interventi sugli immobili.

Più in generale, infatti, la manovra opera una vera e propria decimazione del sistema di incentivi per gli interventi finalizzati alla riqualificazione, al risparmio energetico e alla messa in sicurezza del nostro patrimonio edilizio. Un sistema, peraltro, unanimemente riconosciuto come indispensabile volano di crescita economica. Ma soprattutto un sistema – in particolare nelle sue versioni più rafforzate (detrazione del 90% per il rifacimento delle facciate e del 110% per super-ecobonus e super-sismabonus) – pensato per conseguire obiettivi di ordine generale, concernenti per l’appunto l’aspetto delle nostre città, la riduzione dell’inquinamento e la protezione dalle conseguenze dei terremoti”.

NELLO SPECIFICO

Il superbonus 110% è stato prorogato al 2023 solo per i lavori in ambito condominiale. Per le case singole, l’estensione è di appena sei mesi e condizionata a un parametro, l’Isee, di cui non si comprende l’attinenza con un incentivo fiscale e che comunque escluderà dalla misura la stragrande maggioranza dei potenziali utilizzatori. Cosa tanto più grave se si pensa all’urgenza di interventi, specie di miglioramento sismico, che si registra in molte aree interne del nostro Paese (la salvaguardia dei borghi e la rivitalizzazione delle aree interne interessano solo a parole, evidentemente…). Il bonus facciate del 90% viene di fatto eliminato (la riduzione al 60% si traduce in questo), facendo morire sul nascere l’opera di riqualificazione delle città italiane che si era appena avviata, con buona pace di chi – anche al governo (ministro Franceschini in testa) – invoca il suo mantenimento. Il bonus mobili, infine, viene ridotto a meno di un terzo, posto che passa da 16.000 a 5.000 euro la spesa massima su cui applicare la detrazione.

A tutto ciò si aggiunge il carico da undici dell’eliminazione – per tutti gli incentivi escluso quel che resta del superbonus – del meccanismo dello sconto in fattura e della cessione del credito, creato proprio per agevolare l’utilizzo delle detrazioni, specie da parte delle famiglie a basso reddito.

 

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