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Nel 2020 sono calati i mutui ipotecari per l’acquisto immobili

Il segno meno è diffuso per tutte le tipologie di immobili ma i picchi si raggiungono per gli edifici produttivi

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Nel 2020 orribile dell'economia italiana condizionata dal Covid, anche i mutui ipotecari per l'acquisto di nuovi immobili hanno conosciuto una regressione importante che si è andata a innestare su un calo già iniziato.

È stato pubblicato nei giorni scorsi dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate il Rapporto Mutui Ipotecari 2021. Il risultato più evidente è che nel 2020 anche i mutui hanno conosciuto una flessione netta. 
Il documento analizza i principali dati di consuntivo del 2020 relativi al flusso di nuovi mutui (non sono quindi comprese le cosiddette surroghe) e riporta, sia nei grafici qui presentati sia nell’appendice statistica, l’evoluzione delle serie storiche delle variabili considerate a partire dall’anno 2004.
Nel corso del 2020 sono stati sottoscritti e registrati complessivamente circa 366 mila atti di iscrizione ipotecaria, per un totale di 78,3 miliardi di capitale di debito finanziato a fronte di 808.568 immobili concessi in garanzia
Le unità immobiliari ipotecate a garanzia di mutui ammontano nel 2020 a 808.568, in flessione del 12,5% rispetto al 2019, alle quali corrisponde un valore monetario dei finanziamenti pari a oltre 78 miliardi di euro, -13,1% rispetto al 2019. 
Analizzando la distribuzione immobili ipotecati, il 63% degli immobili è in atti residenziali (tipo RES), quota che sale oltre l’87% se si tiene conto anche degli atti residenziali di tipo plurimo (RES PLUS) e residenziale misto (MISTO RES). Per questi atti (RES, RES PLUS e MISTO RES) il capitale finanziato rappresenta quasi i due terzi del totale, circa 50 miliardi di euro, -15,3% rispetto al 2019. 
Tra gli atti di mutuo ipotecario che riguardano esclusivamente unità non residenziali, alle tipologie MISTO NON RES e TERRENI corrisponde la quota più elevata, in termini di numero di immobili, pari al 3,1% e 3,5%. In termini di capitale finanziato, la quota maggiore spetta agli atti del MISTO NON RES, pari al 14,1%. Questa tipologia di atti registra una decisa flessione, quasi il 30%, rispetto al 2019. Una variazione negativa di pari entità riguarda anche gli atti del settore TCO (-30,9%) la cui quota di capitale finanziato si è dimezzata rispetto al 2019 (-49,9%).
Per gli atti di mutuo con immobili del settore produttivo (PRO), a una quota inferiore all’1% in termini di numero di immobili ipotecati (anch’esso in netta diminuzione, -30,1%) corrisponde un capitale finanziato pari a circa 5 miliardi di euro, stazionario rispetto al 2019 (+0,2%), che rappresenta il 6,4% del totale del capitale di debito finanziato nel 2020. 
Gli atti con ipoteche esclusivamente su TERRENI rappresentano nel 2020, in
termini di immobili posti a garanzia dei finanziamenti, il 3,5% (28.494 particelle) del totale e il 4,8% del totale in termini di capitale (3,7 miliardi di euro), in calo di oltre il 20% rispetto al 2019.
Con riferimento al 2020, il numero degli immobili ipotecati e il capitale di debito11, in milioni di euro, e la relativa distribuzione per area geografica. Ne emerge, come negli anni passati, una forte concentrazione, soprattutto in termini di numero di immobili, nelle regioni settentrionali. Sia dal
punto di vista del numero di immobili ipotecati che dei capitali di debito “estratti”, si presenta nel 2020 una generalizzata diminuzione dei volumi, più accentuata nelle aree Centro e Sud. 
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