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L'Europa si riscopre sempre più green con l'energia pulita

Le Energy Community non sono una chimera, ecco il quadro della produzione e della condivisione di energia da fonti rinnovabili, scenari futuri e

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Non vi sono dubbi che il percorso di decarbonizzazione abbia subito una fortissima accelerazione nel corso dell’ultimo triennio: le tematiche connesse alla sostenibilità, già centrali nell’agenda politica dell’Unione Europea, hanno acquisito un’importanza sempre maggiore, con gli operatori economici - non solo quelli appartenenti al settore energetico – che hanno spesso ridisegnato le loro priorità strategiche in una direzione più green.

Il principale propulsore di questa azione è probabilmente individuabile nell’insieme delle istituzioni europee. Già nel 2008, l’Unione Europea pose le basi per le prime politiche climatiche e di sostegno agli investimenti in tecnologie di generazione di energia da fonti rinnovabili, introducendo una serie di obiettivi vincolanti per gli Stati Membri tali da consentire, a livello europeo, una riduzione delle emissioni del 20% rispetto ai livelli del 1990 e una penetrazione delle rinnovabili sui consumi finali lordi pari al 20% entro il 2020. Dieci anni dopo, la sfida della sostenibilità è stata rilanciata dall’Unione Europea. Infatti, a cavallo tra il 2018 e il 2019 è stato approvato il cosiddetto Clean Energy Package, un combinato di direttive aventi oggetto un nuovo set di politiche traguardate al 2030: tra essi si citano l’obiettivo di ridurre le emissioni a livello comunitario del 40% e il target di penetrazione delle rinnovabili sui consumi finali lordi fissato al 32%1. 

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Rispetto al precedente ciclo di politiche climatiche, il Clean Energy Package pone un’enfasi maggiore su alcuni specifici modelli di generazione distribuita che, per le proprie caratteristiche sembrano poter conciliare il raggiungimento dei target ambientali con obiettivi sociali, culturali e di innovazione dei sistemi elettrici. Tali modelli prevedono che l’energia prodotta da impianti distribuiti sul territorio (nel caso delle Renewable Energy Community, alimentati esclusivamente da fonti rinnovabili) possa essere condivisa da una serie di consumatori (tipicamente privati cittadini, PMI e Amministrazione Pubbliche) ubicati nelle vicinanze degli impianti, potendo tra le altre cose contribuire a ridurre i loro costi di approvvigionamento dell’energia. Le Energy Community paiono innanzitutto una modalità che consente di coinvolgere all’interno della sfida della decarbonizzazione il maggior numero possibile di attori sociali. Inoltre, la prossimità degli impianti ai consumatori – elemento centrale di tali modelli – ragionevolmente si tradurrà in molti casi nell’installazione di impianti sulle coperture degli edifici o in prossimità, spostando l’attenzione sul tema di engagement attivo dei cittadini. Il coinvolgimento dei singoli utenti all’interno delle configurazioni (spesso anche come proprietari degli impianti) porterà ragionevolmente i membri delle Comunità a comportamenti più virtuosi da un punto di vista energetico e, in termini più generali, a una maggior conoscenza delle basilari dinamiche che contraddistinguono la produzione, il consumo e la vendita di energia elettrica

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