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Parquet in cucina si può, ma con i dovuti accorgimenti

Scegliendo il giusto tipo di essenza, anche in un ambiente "esposto" come la cucina, possiamo mettere il parquet

Fonte immagine: Pixabay
  • parquet in cucina

Durezza, lavorazione e qualche piccolo accorgimento ci consentono di rendere possibile l'impiego del parquet anche nel regno degli schizzi, delle macchie e delle temperature variabili come accade in cucina.

Si può usare il parquet in cucina? Sicuramente sì e con qualche accorgimento si riesce anche ad azzerare le possibili criticità derivanti dall’impiego di un materiale come il legno in un ambiente a rischio unto come la cucina.

Ovviamente per non rimpiangere la scelta fatta, bisogna orientarsi su alcuni tipi particolari di parquet. Ci sono infatti delle essenze che meglio si adattano ad essere posate in cucina.

In cucina gli schizzi, le macchie di olio o di sugo, il calpestio frequente, umidità e temperature che variano, sono all’ordine del giorno e pure più volte al giorno.

Per questo occorre scegliere essenze dure e capaci meglio di altre di adattarsi al passaggio, al caldo, al vapore. Rovere, Teak Burma e Iroko sono i legnami più indicati.

Scelto tra queste tre essenze, tra parquet massello o prefinito cosa optiamo?

Per il pavimento in parquet della cucina è certamente consigliabile optare per pavimenti stratificati prefiniti, con uno strato nobile importante, ma con una struttura sottostante di alta qualità in grado di garantire tenuta, elasticità e durata nel tempo.

Il legno massello, invece, mal si adatta ad ambienti nei quali l’umidità non è costante e c’è qualche rischio di infiltrazione di acqua o liquidi. Ed in cucina, tra vapore delle pentole sul fuoco, impianti idraulici, frigoriferi e lavelli, qualche rischio in effetti c’è.

Meglio poi scegliere un parquet verniciato rispetto ad uno oliato in quanto proprio la verniciatura “sigilla” la superficie del parquet e ne garantisce di fatto l’impermeabilità rispetto a liquidi, macchie, unto.

Il pavimento oliato risulta ottimale per la sistemazione di macchie o graffi superficiali, che si possono più facilmente rimuovere e “cancellare” con la pulizia profonda e la stesura di un nuovo strato di olio.

Altro dilemma per la posa: incollato o flottante?

Non ci sono dubbi, il parquet della cucina va incollato, per garantire la migliore aderenza al massetto sottostante, al fine di evitare infiltrazioni di acqua o liquidi che andrebbero a rovinare irreparabilmente il legno.

Gli sbalzi di umidità tipici della cucina -nel caso di pavimenti galleggianti- rischierebbero inoltre di far imbarcare maggiormente le plance del vostro parquet.

L’IDEA

Il parquet può rappresentare una soluzione anche in connubio con altri materiali. Ad esempio, senza spostare o smontare i mobili, si può accostare il parquet ad altre superfici, creando disegni e figure, esteticamente piacevoli, ma anche utili e funzionali tenendo, ad esempio, una cornice delle piastrelle attuali lungo il perimetro dei mobili. In questo modo si può mantenere una superficie indubbiamente resistente per la zona di lavoro, limitandoci a posare il parquet nella rimanente area della cucina. Una posa accurata, fatta da artigiani competenti, potrà garantire un eccellente risultato, con il minore impatto possibile dal punto di vista organizzativo e logistico. 

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