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Una due …cento sedie, icone del design contemporaneo

I requisiti di sedie e poltrone, a distanza di un secolo le caratteristiche per stare comodi

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Sedie e poltrone debbono avere i seguenti requisiti: essere comode, ricche, lussuose e rustiche, capricciose, rigidamente tecniche e funzionali, larghe, strette, alte e basse, soffici e dure, elastiche, eleganti, rigide, poco ingombranti, al giusto prezzo. Viaggio in un mondo sempre uguale a se stesso. 

Come ci riferisce il famoso artista e design Bruno Munari in una inchiesta molto rigorosa sui gusti del pubblico è risultato che sedie e poltrone debbono avere i seguenti requisiti: essere comode, ricche, lussuose e rustiche, capricciose, rigidamente tecniche e funzionali, larghe, strette, alte e basse, soffici e dure, elastiche, eleganti, rigide, poco ingombranti, al giusto prezzo eccetera eccetera. Da questo ne deriva chiaramente che questo elemento di arredo che riempie le nostre case che ha ricevuto differenziazioni a seconda del luogo in cui è stata collocata, ha avuto e continua ad avere forme diverse, materiali differenti, per adeguarsi e raggiungere gusti e mode sempre nuove.

Esempio di poltrona-paimio-alvar-alto.jpg

È perciò singolare che alcuni modelli realizzati nella prima parte del XX secolo risultano ancora essere di moda anzi innovativi, benché siano passati cento anni dalla loro realizzazione. Parliamo della sedia Rosso e Blu di Gerrit T. Rietveld e della poltrona di Alvar AAlto progettata per il Sanatorio di Paimio. Il confronto non è casuale in quanto sono stati scelti dei modelli che comunque hanno utilizzato il materiale classico, il legno, con il quale è sempre stata realizzata la sedia, però con un disegno che ancora oggi possiamo definire “moderno”. Innovazioni formali ve ne sono sempre state, basate sull’uso di materiali nuovi al momento dell’invenzione, quali il tubolare di acciaio a cui ricorreranno sia di Marcel Breuer o Le Corbusier o le plastiche degli anni Sessanta per la sedia “Phanton” di P. Panton o il plexiglass del periodo successivo, utilizzato da P. Starck per la sedia “Louis Ghost”. 

Il primo modello ancora “moderno” risale al 1918 lo stesso anno in cui l’autore, Rietveld, aderisce al gruppo De Stjil. Attraverso il superamento delle forme morbide, lineari e fluide del liberty definisce un nuovo lessico compositivo dove alla sequenza di elementi floreali, eterogenei che si rincorrono a volte ridondanti e ripetitivi, sostituisce composizioni realizzate da piani bidimensionali che si accostano, giustappongono e si congiungono. Infatti la sedia Rosso/Blu esprime costruttivamente gli ideali del movimento De Stjil in cui la sedia diventa l’assemblaggio di listelli di legno e piani di compensato, tagliati a macchina, avvitati senza giunti e cerniere, e verniciati con colori primari, omaggio alle teorie del neoplasticismo, sembra di sedersi in un quadro di Piet Mondrian.

Esempio di poltrona Paimio.jpg

La seconda icona del design contemporaneo è la poltrona Paimio di Alvar Aalto del 1931 che utilizza anch’essa il legno ma sfrutta l’elasticità del materiale per ottenere una comoda seduta. Due telai in legno a nastro continuo, contengono una lastra di compensato di forma organica, doppiamente curvata. Il risultato ottenuto è una poltrona trasparente lineare pensata per quell’architettura che ricercava un forte dialogo tra l’uomo e l’ambiente. A differenza delle sedie realizzate di Thonet che aveva inventato la tecnica della piegatura con il vapore, Aalto sperimenta e sfrutta l’umidità naturale della fibra lignea, specie della betulla per curvare piani e gli elementi lineari per conferirgli quell’organicità ricercata anche nelle sue architetture. Entrambe, sedia e poltrona, sono ancora in produzione.

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