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Nasce l’agrivoltaico, il fotovoltaico che non ostacola l’agricoltura

L'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibili promuove il progetto per conciliare campo agricolo e campo di pannelli solari

Fonte immagine: Fonte non disponibile
  • Parco Monreale (Palermo) esempio di campo agrivoltaico

Fotovoltaico e agricoltura possono coesistere. Ne è convinta Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibili che promuove il progetto agrivoltaico. 

Se negli anni passati i campi fotovoltaici sono stati “nemici” dell’agricoltura perché le superfici convertite per ospitare pannelli fotovoltaici toglievano spazio alla coltivazione tradizionale dei campi, oggi non è più così. Fotovoltaico e agricoltura possono coesistere. Ne è convinta Enea, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibili che promuove il progetto agrivoltaico. Enea ha lanciato una rete italiana aperta a imprese, istituzioni, università e associazioni di categoria per promuovere l’agrivoltaico sostenibile, che consente di produrre energia elettrica da fotovoltaico e, al tempo stesso, di coltivare i terreni.

L’iniziativa ha già ricevuto il sostegno dell’Associazione Italiana Architettura del Paesaggio (AIAPP), Confagricoltura, Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali (CONAF), Coordinamento FREE (Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica), Italiasolare, Legambiente, REM Tec, Società Italiana di Agronomia (SIA) e Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.

L’obiettivo del network è di arrivare alla definizione di un quadro metodologico e normativo, di linee guida per la progettazione e valutazione degli impianti, di strumenti di supporto ai decisori e di contribuire alla diffusione di conoscenze e promuovere le eccellenze italiane nei settori delle nuove tecnologie per l’energia rinnovabile, dell’agricoltura e del paesaggio.

A livello operativo, ENEA ha costituito un'apposita task force multidisciplinare nell’ambito di due dipartimenti – “Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili” e “Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali” - con la possibilità di utilizzare laboratori, infrastrutture e professionalità pluriennali nei settori delle tecnologie green e dell’agroindustria.

L’iniziativa si inserisce nel più ampio contesto della missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica” del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, che per lo sviluppo dell’agrivoltaico prevede investimenti per 1,1 miliardi di euro, una capacità produttiva di 2,43 GW, con benefici in termini di riduzione delle emissioni di gas serra (circa 1,5 milioni di tonnellate di CO2) e dei costi di approvvigionamento energetico.

Inoltre, lo sviluppo dell’agrivoltaico potrebbe contribuire a superare alcune delle criticità che oggi ostacolano la crescita del fotovoltaico. “La specificità dei contesti urbani italiani e il limitato potenziale di integrazione del fotovoltaico negli edifici, ma anche le incertezze legate al cambiamento di uso del suolo e alla trasformazione del paesaggio bloccano le autorizzazioni”, rimarca Ezio Terzini, responsabile divisione ENEA di Fotovoltaico e Smart Devices. “I sistemi agrivoltaici possono quindi rappresentare una valida risposta e per incoraggiarne la diffusione è necessario sviluppare soluzioni tecnologiche innovative e criteri di progettazione e valutazione delle prestazioni degli impianti”.

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