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Superbonus, cominciano le audizioni delle Commissioni Ambiente e Attività Produttive per la proroga

L'Ance sostiene l'esigenza di allungare i termini del Superbonus semplificando anche le pratiche per la sua concessione

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  • Parlamento Italiano

Si apre il ciclo delle audizioni indetto dalle Commissioni Ambiente e Attività Produttive riunite presso la Camera dei Deputati per studiare la proroga del Superbonus 110%.

Il 13 maggio è cominciato il giro di audizioni riguardanti il Superbonus indetto dalle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati.

La decisione di svolgere un breve ciclo di audizioni informali in merito all’applicazione del cosiddetto “Superbonus 110%” è arrivata nei giorni scorsi per decidere del futuro della misura che prevede la detrazione del 110% della spesa sostenuta per interventi edili strutturali che comportino un miglioramento energetico dell’edificio oggetto dell’intervento di due classi.

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Tra i partecipanti alle audizioni ci sono i delegati di Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edilizi), che ha annunciato la sua posizione di ribadire con forza la necessità di proroga del Superbonus fino a fine 2023 e di semplificazione di una misura fondamentale per la filiera delle costruzioni, nonché per il rilancio dell’economia.

Il Decreto Sostegni varato nei giorni scorsi dal Governo Draghi prevede infatti che la misura, creata dal Governo Conte per rilanciare il comparto dell’edilizia italiana facendo leva sui fondi del Recovery Plan, sia finanziata solo per tutto il 2022 e non anche per il 2023 come preventivato in un primo momento.

A dire il vero, la proroga di ulteriori dodici mesi sarebbe dovuta arrivare grazie ad un emendamento della legge di bilancio 2022 ma la Ragioneria dello Stato ha bocciato l’iniziativa non ritenendola finanziariamente sostenibile.

Oltre alla questione economica, l’Ance solleva anche il problema burocratico che il Superbonus si porta sin dalla sua genitura. La selva normativa che accompagna le pratiche per la concessione dell’agevolazione ha fatto infatti rallentare gli iter tanto che le pratiche ad oggi attive sono percentualmente inferiori a quanto ipotizzato inizialmente. 

 

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