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Lavoro: cercasi operatori del green

Introvabili 828mila lavoratori green: carenza personale frena transizione ‘verde’ di Pmi

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L’analisi regionale mostra la maggiore carenza di lavoratori con elevate competenze green in Trentino-Alto Adige (64,6% di personale introvabile sul totale richiesto dalle Pmi con queste competenze), seguito da Friuli-Venezia Giulia (59,3%), Umbria (57,7%), Veneto (56,9%), Liguria (56,2%), Emilia-Romagna (55,5%), Piemonte e Valle d’Aosta (55%), Lombardia (54,1%), Abruzzo (53,6%), Toscana (52,4%) e Basilicata (52%) 

Le piccole imprese sono sempre più ‘verdi’ e impegnate a ridurre l’impatto delle proprie attività. Ma sul fronte della disponibilità di personale, le Pmi faticano a trovare 828.310 lavoratori con elevate competenze green, vale a dire il 51,9% del totale della manodopera richiesta con queste caratteristiche.
Lo evidenzia una rilevazione che Confartigianato ha presentato oggi durante la 20° edizione della convention ‘Energies and Transition Confartigianato High School’, organizzata in collaborazione con i suoi Consorzi energia Caem, CEnPI, Multienergia. L’evento si svolge dal 25 al 27 settembre a Chia (Cagliari) e fa il punto sulle strategie per sostenere artigiani e piccole imprese nel risparmio sui costi di elettricità e gas, anche puntando su efficienza e sostenibilità ambientale.

Secondo lo studio di Confartigianato, la carenza di personale specializzato frena la transizione green delle aziende anche in Europa. Infatti il 38,9% delle Pmi dell’Ue indica che la scarsità di competenze green impedisce all’impresa di essere più sostenibile per l’ambiente, con un’accentuazione per Francia (44,9%) e Italia (42,9%) rispetto a Germania (39,4%) e Spagna (34,8%).

E proprio in Italia, lo scorso anno i piccoli imprenditori non sono riusciti a trovare il 51,9% di 1.596.220 lavoratori esperti di risparmio energetico e di riduzione dell’impatto ambientale di cui prevedevano l’assunzione.

Il fabbisogno di personale con competenze green è più alto tra le piccole imprese: riguarda il 45,8% dei lavoratori richiesti, oltre dieci punti in più rispetto al 35% delle imprese medio-grandi. 

A livello settoriale, la difficoltà di reperimento di personale maggiormente qualificato in tematiche ambientali è più alta nelle costruzioni, con il 62%, seguite dal manifatturiero (53,1%) e servizi (49,7%).

L’analisi regionale mostra la maggiore carenza di lavoratori con elevate competenze green in Trentino-Alto Adige (64,6% di personale introvabile sul totale richiesto dalle Pmi con queste competenze), seguito da Friuli-Venezia Giulia (59,3%), Umbria (57,7%), Veneto (56,9%), Liguria (56,2%), Emilia-Romagna (55,5%), Piemonte e Valle d’Aosta (55%), Lombardia (54,1%), Abruzzo (53,6%), Toscana (52,4%) e Basilicata (52%).

Tre le province, la più alta difficoltà di reperimento di tali lavoratori si riscontra nella Provincia Autonoma di Bolzano (66,8% di lavoratori green irreperibili sul totale necessario alle aziende), seguita da Valle d’Aosta con il 64%, Lecco con il 63,2%, Como e Pordenone, entrambe con il 62,6%, Provincia Autonoma di Trento con il 62,1%, Cuneo con il 61,8%, Gorizia con il 61,1%, Monza e Brianza e Pavia, entrambe con il 60,6% e Vicenza e Varese, entrambe con il 60,1%.

“Non possiamo permetterci – sottolinea Marco Granelli, Presidente di Confartigianato – di lasciare scoperti centinaia di migliaia di posti di lavoro fondamentali per aumentare il tasso di occupazione, soprattutto giovanile, e strategici per costruire il futuro green del Paese. La transizione energetica e ambientale si realizza anche con nuove politiche formative, con un rapporto più stretto tra scuola e imprese, per preparare i giovani ad entrare nel mondo del lavoro con le competenze adatte e a rispondere alle nuove esigenze delle imprese sempre più orientate alla tutela dell’ambiente”.

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