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Conflavoro: un incidente costa il doppio della prevenzione

Troppi gli infortuni al lavoro e troppo anche il costo da sostenere per le imprese. Meglio fare prevenzione

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  • Norme e sicurezza in cantiere

Costa meno formare un lavoratore sulla prevenzione per evitare infortuni e incidenti sul lavoro che assisterlo dopo che l'infortunio si è verificato. Lo studio avvalora anche economicamente una conclusione già di logica.

In Italia un infortunio medio costringe a casa un lavoratore per circa 15 giorni, costando allo Stato 64 mila euro e all’azienda circa 7.500 euro. La formazione in materia di salute e sicurezza, invece, costa all’azienda molto meno, ‘solo’ 4 mila euro se si tratta di un lavoratore neoassunto nel settore Edilizia, tra i più colpiti in termini di infortuni. Sono i dati illustrati dal Centro Studi di Conflavoro durante il convegno intitolato Italian Summit Hse – costruire sicurezza, moderato dalla giornalista Laura Tecce.

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Protagonista dell’evento è il ‘Vademecum aziende sicure’ redatto da Conflavoro insieme ad Atisl, associazione tecnici ispettori sicurezza lavoro, per informare al meglio le aziende in vista di una eventuale verifica ispettiva, facilitando così la relazione tra tessuto imprenditoriale e Ispettorato. “Formazione - spiega Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro - vuol dire prevenzione e si tratta di un investimento non solo in termini di benessere e salute per il lavoratore, aspetti ovviamente prioritari, ma anche sotto il profilo economico. Le aziende spesso non ne sono realmente consapevoli e solo dopo l’infortunio scoprono di aver sottostimato il costo sociale ed economico dell’incidente, per non parlare poi delle sanzioni che ne conseguono".

"Invece - sottolinea - la diffusione della prevenzione deve essere centrale nel sistema Lavoro e la collaborazione tra Conflavoro e Atisl è in tal senso una svolta fondamentale. Da questi presupposti, peraltro, Conflavoro sta chiedendo da tempo alla politica di prevedere un sistema premiale con un credito d’imposta destinato alle aziende virtuose che adempiono agli obblighi sulla sicurezza”. “La sinergia di Atisl con Conflavoro - afferma il presidente Antonino Ughettini - testimonia la comune volontà di discostarsi dalla solita dicotomia tra soggetto controllore e soggetto controllato e di basarsi, piuttosto, su una condivisione di obiettivi. L’aspetto informativo del Vademecum Aziende Sicure, infatti, facilita l’operato tanto degli ispettori del lavoro quanto delle imprese, incentivando la diffusione della prevenzione nel mondo del lavoro. Da una parte le aziende hanno una migliore evidenza dei requisiti documentali necessari durante la verifica ispettiva e, dall’altra, gli ispettori riescono a ottimizzare i tempi della verifica stessa, comunicando al meglio con le aziende”.

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