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Le denunce all'Inail per gli infortuni

La data del 1° maggio resta il momento dei conti di infortuni sul lavoro: crescita registrata nei primi mesi del 2024

Fonte immagine: pixabay
  • donna lavoro

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto entro il terzo mese del 2024 sono state 145.130 (+0,4% rispetto a marzo 2023), 191 delle quali con esito mortale (-2,6%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 22.620 (+24,5%). 

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto entro il terzo mese del 2024 sono state 145.130 (+0,4% rispetto a marzo 2023), 191 delle quali con esito mortale (-2,6%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 22.620 (+24,5%)

Nella sezione “Open data” del sito Inail sono disponibili i dati analitici delle denunce di infortunio – nel complesso e con esito mortale – e di malattia professionale presentate all’Istituto entro il mese di marzo. Nella stessa sezione sono pubblicate anche le tabelle del “modello di lettura” con i confronti “di mese” (marzo 2023 vs marzo 2024) e “di periodo” (gennaio-marzo 2023 vs gennaio-marzo 2024).

Gli open data mensili pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele nelle analisi periodiche di dettaglio, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di picchi occasionali e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2024, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia.

Nel numero complessivo delle denunce di infortunio sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento.

Ciò premesso, nel primo trimestre di quest’anno si registra, rispetto all’analogo periodo del 2023, un lieve aumento delle denunce di infortunio in complesso, una riduzione di quelle mortali e una crescita delle malattie professionali.

Le denunce di infortunio presentate all’Inail nei primi tre mesi del 2024 sono state 145.130, in aumento dello 0,4% rispetto alle 144.586 del primo trimestre del 2023, del 12,8% rispetto a gennaio-marzo 2021 e del 10,9% rispetto a gennaio-marzo 2020, e in diminuzione del 7,9% sul 2019, anno che precede la crisi pandemica, e del 25,2% rispetto al 2022.

A livello nazionale i dati rilevati a marzo di ciascun anno evidenziano, per il primo trimestre del 2024 rispetto all’analogo periodo del 2023, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 124.716 del 2023 ai 124.319 del 2024 (-0,3%), e un incremento di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, da 19.870 a 20.811 (+4,7%).

A marzo di quest’anno il numero delle denunce di infortuni sul lavoro ha segnato un -0,6% nella gestione Industria e servizi (dai 107.833 casi del 2023 ai 107.158 del 2024), un -1,8% in Agricoltura (da 6.006 a 5.900) e un +4,3% nel Conto Stato (da 30.747 a 32.072). In particolare, si osservano incrementi delle denunce di infortunio in occasione di lavoro nei settori produttivi tradizionalmente più rischiosi: Costruzioni (+11,3), Sanità e assistenza sociale (+11,1%), Noleggio e servizi di supporto alle imprese (+10,1%), Commercio (+5,8%), Trasporto e magazzinaggio (+2,3%).

L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce di infortunio nel Nord-Ovest (+1,3%), seguito da Centro (+1,0%) e Nord-Est (+0,5%), e un calo al Sud (-2,2%) e nelle Isole (-1,0%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano la provincia autonoma di Trento (+13,3%), il Molise (+4,3%), la Toscana (+3,8%) e la provincia autonoma di Bolzano (+3,6%), mentre tra quelle con i decrementi più rilevanti la Basilicata (-7,6%), l’Abruzzo (-6,7%), la Campania e la Sardegna (-5,0% ciascuna).

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