Cookie Consent by FreePrivacyPolicy.com

Il Pil italiano a zero se precipita la guerra in Ucraina

Questa è l'osservazione dell'economista Carlo Altomonte, consigliere del governo per la riforma della PA

Fonte immagine: pixabay
  • mercato andamentoi.jpg

Se ci fosse un'escalation della guerra ucraina, ovvero lo scenario più avverso possibile, il pil dell'Italia resterebbe al palo allo 0%. E' quanto osserva l'economista Carlo Altomonte, professore associato di Politica economica europea alla Bocconi e consigliere del governo per la riforma della pa.

Se ci fosse un'escalation della guerra ucraina, ovvero lo scenario più avverso possibile, il pil dell'Italia resterebbe al palo allo 0%. E' quanto osserva l'economista Carlo Altomonte, professore associato di Politica economica europea alla Bocconi e consigliere del governo per la riforma della pa.

"E' estremamente difficile fare stime in questa fase", afferma l'economista tratteggiando tre possibili scenari: "tregua nel giro di poche settimane che già è costato di 0,5 punti di pil per l'Ue e di 1 punto per quello italiano; conflitto a bassa intensità con un impatto di 1 punto per l'Europa e di 1,8 punti per l'Italia e quello di un'escalation che allunghi i tempi del conflitto che comporterebbe 3 punti di pil in meno per l'Ue e una crescita a zero per l'Italia".

Dalle prime indiscrezioni sul Def che indica una crescita intorno al 3% contro il 4,7% stimato lo scorso autunno "si evince che la soluzione implicita per la quale si sta optando nel Def sia il secondo scenario", del conflitto a bassa intensità, rileva Altomonte.

Il problema è che ogni scenario comporta una serie di effetti a catena: "nel primo caso - spiega - ha innescato il caro-energia; nel secondo caso gli effetti si sono estesi ai prezzi delle materie prime e delle materie agricole; nel terzo scenario le aspettative di un conflitto che non si risolve a breve inciderebbe su consumi e investimenti".

La strada da seguire? "Le politiche del governo sono state quelle adeguate di sostegno alle famiglie e alle imprese per evitare la perdita del potere d'acquisto", afferma l'economista. "La situazione attuale impone misure congiunturali" nel quadro di politiche di bilancio espansive.

"Il punto chiave è che c'è uno shock di offerta, che è una bestia complicata da gestire con la politica monetaria, quindi servirebbe una politica monetaria restrittiva ma con un supporto ai costi", per evitare ricadute "salari e prezzi", conclude Altomonte.

Se vuoi commentare questo articolo effettua il login.