Superbonus: Federcostruzioni preoccupata per la stretta antifrodi
A dicembre l’associazione aveva già sollevato perplessità riguardo una possibile modifica delle norme
Anche Federcostruzioni ha espresso perplessità riguardo la stretta anti-frodi voluta dal governo.
In una nota, Federcostruzioni è intervenuta per “Esprimere la propria contrarietà e la sua forte preoccupazione sulle modalità con cui il governo sta portando avanti la stretta anti-frodi sul Superbonus, con il credito d'imposta che si potrà cedere solo una volta".
Secondo la Federazione guidata da Paola Marone, con questa scelta “si va a penalizzare l'intera economia e a soffrire sarà tutta la filiera del settore edilizio”.
Dai dati del Centro Studi Ance, riferisce, si denota come nel 2021 ci siano stati 95.718 interventi legati al Superbonus, con un incremento superiore al 25% rispetto all'anno precedente, ma già a fine gennaio 2022 c’è stato un rallentamento importante. “Anche il Pil, cresciuto di oltre il 6% lo scorso anno, potrebbe risentirne - aggiunge Paola Marone - poiché questa scelta metterà un freno all’economia e all’occupazione”.
"Siamo molto preoccupati - ribadisce la presidente di Federcostruzioni - e scriveremo nuovamente al ministro Enrico Giovannini, al viceministro Alessandro Morelli e ai capigruppo parlamentari per chiedere loro un intervento celere. Noi condividiamo pienamente l'obiettivo di contrastare le frodi, ma lo si deve perseguire senza penalizzare le aziende serie. Chiediamo regole chiare per evitare speculazioni".
Federcostruzioni già il 21 dicembre scorso, partecipando al Tavolo tecnico di consultazione del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, aveva sollevato le sue perplessità su una eventuale modifica delle regole del gioco ed era intervenuta sul problema del caro materiali.
Di recente, attraverso una lettera inviata al ministro Giovannini alla fine del mese di gennaio, la presidente di Federcostruzioni aveva sottolineato la “Non considerazione” della proposta di integrare l’elenco dei materiali per la rilevazione sull’aumento dei prezzi, in quanto i tre soggetti che si occupano di tale rilevazione sono stati invitati dal ministero a procedere con la stessa lista prevista dal dm per il primo semestre.
Una scelta, quella del Mims, giudicata “grave” da Federcostruzioni e da alcune delle sue componenti le quali avevano invece proposto di allargare e attualizzare l’analisi, prendendo in esame oltre 100 materiali, a fronte dei soli 53 attualmente previsti. “È uno smacco - conclude Paola Marone - visto che la posizione era emersa da un tavolo tecnico voluto del ministero stesso”.