L'arte del bonsai, un hobby tra cura e attenzione
Un boom italiano di un'antica tradizione nata in Cina e sviluppata in Giappone
La pandemia ci ha costretti a passare più tempo nelle nostre case e per occuparlo, in tanti hanno cominciato a prendere confidenza con la cura di un giardino o delle piante. Più che un impegno, questo si è trasformato in un vero e proprio hobby per evadere dal quotidiano. Tra i più gettonati c'è la cura dei bonsai.
La pandemia ci ha costretti a passare più tempo nelle nostre case e per occuparlo, in tanti hanno cominciato a prendere confidenza con la cura di un giardino o delle piante. Più che un impegno, questo si è trasformato in un vero e proprio hobby per evadere dal quotidiano. Tra i più gettonati c'è la cura dei bonsai. I bonsai sono alberi in miniatura legati ad un'antica tradizione cinese, perfezionata poi dai giapponesi. Sono piante molto delicate e per questo necessitano di moltissima attenzione: ogni piccolo errore può inficiare sulla salute della nostro piccolo albero.
Per gli orientali, il bonsai rappresentata il punto di incontro tra la natura e l'arte.
Caratteristiche di un Bonsai – Per rispondere ai crismi di un bonsai sano e forte, questo deve possedere cinque diversi aspetti: l'apparato radicale con radici a raggiera, un tronco eretto e sinuoso, dei rami espansi ai lati e “multipiano”, delle foglie piccole e sempre verdi e l'apice che deve essere in proporzione del bonsai.
Esistono tre modi per ottenere un bonsai: da seme, da talea e da margotta. Vediamoli nel dettaglio:
Bonsai da seme – È sicuramente il metodo più naturale. Per seminare un bonsai bisogna aspettare come molte altre piante l'arrivo della primavera. Per alcuni semi è necessaria la stratificazione. Questa può essere fatta in modo naturale (lasciando i semi all'aperto) o artificiale usando basse temperature (come il frigorifero). Il terreno ideale deve essere composto da un 50% di sabbia e dal restante da terra o torba. I semi vanno piantati in un vaso o una bacinella forati sul fondo per favorire il drenaggio. Il vaso va coperto con del materiale trasparente fino alla germogliazione. Questa tecnica è tra le più delicate, quella che una volta presa offre maggiori risultati. Partire da seme è un metodo che richiede molta pazienza, perché l'attesa è davvero lunga. Possono passare anche cinque anni prima di poter ammirare un bonsai dalle discrete dimensioni.
Bonsai da talea – Rispetto a quello da semina è un metodo più veloce ma non sempre efficace. Le talee possono essere semi-legnose o legnose. Nel primo caso, occorre il periodo caldo per farle radicare: si prende un ramo giovane (da un altro bonsai) e con un coltello ben affilato si taglia a 45 gradi all'altezza di un incrocio, lasciando un po' corteccia del ramo da cui viene prelevata la talea. Lo si priva di tutte le foglie tranne le due più in cima, e poi lo si immerge in una soluzione di ormoni radicanti. Il terreno deve essere ben drenato e morbido per agevolare lo sviluppo delle radici. All'inizio la talea va posta al riparo dai raggi diretti del sole e dal vento. Se tutto va bene nel giro di qualche settimana dovrebbero spuntare le prime nuove foglie. Le talee legnose invece si preparano in autunno con i rami ormai già ingrossati e lignificati: il procedimento è identico al precedente: bisognerà solo far attenzione a proteggere le radici dal gelo invernale.
Bonsai da margotta – Una tecnica avvezza ai più esperti. Significa creare un bonsai da un altro bonsai. Bisogna innanzitutto saper secegliere il ramo giusto, perché quello poi diventerà il tronco del nostro bonsai. La margotta è un metodo molto diffuso tra i giardinieri e gli agricoltori; può essere effettuata in vari modi. Il primo consiste nell'incidere il ramo fino al cambio con un filo di rame o di ferro e spalmarvi sopra degli ormoni radicanti. Questa incisione va poi coperta con una "caramella" composta da sfagno bagnato avvolto in un telo di plastica. Fatto questo, non rimarrà che aspettare, mantenendo umido lo sfagno con iniezioni d'acqua, che spuntino le radici. Il tempo di radicazione varia da specie a specie, ma di solito si aggira sui tre mesi. La tecnica della margotta si applica alla fine del periodo primaverile, quando la pianta è nel pieno della spinta vegetativa.
La Potatura – È la parte più importante della cura di un bonsai. Si parte con una potatura di formazione. Un intervento piuttosto drastico nel quale il bonsaista decide quali rami asportare completamente e quali rami accorciare. Questa potatura dei rami principali può essere ripetuta se il bonsaista sceglie di impostare il suo bonsai secondo un metodo di "taglia e lascia crescere". Esiste poi una potatura più leggera, attraverso la quale i rami di un bonsai formato vengono regolarmente accorciati affinché la forma armonica della pianta non sia modificata. Questo intervento è necessario anche più volte l'anno per essenze a ritmo vegetativo rapido (soprattutto certe latifoglie), mentre si limita a qualche ritocco a intervalli pluriennali per piante a crescita lenta (soprattutto le conifere e piante vecchie). Poi c'è la defogliazione delle foglie che si esegue durante la bella stagione per ragioni estetiche, affinché la pianta produca, dopo alcuni giorni, foglie nuove più piccole e quindi meglio proporzionate al bonsai.