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Nasce la rete di ricerca europea per far decollare l'impiego delle fonti energetiche rinnovabili

Le società che hanno aderito si concentreranno nello sviluppo della tecnologia necessaria per sviluppare un sistema di accumulo energetico efficace ed efficiente

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Prima di poter dare veramente il via all'impiego di fonti energetiche rinnovabili a livello residenziale bisogna sviluppare sistemi di accumulo più efficaci ed efficienti. Un progetto europeo mette a disposizione 7 milioni di euro per la ricerca. 

Ha preso il via nei giorni scorsi un progetto di ricerca su scala europea per la ricerca sulla tecnologia di accumulo di energia proveniente da fonti rinnovabili per compiere il passo decisivo verso l’utilizzo di fonti energetiche sostenibili.

Ad oggi a penalizzare l’impiego delle fonti rinnovabili ci sono gli stessi dubbi dei decenni indietro.

Quanto è intelligente e soprattutto produttivo improntare l’efficientamento energetico della propria abitazione sull’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili?

Questo è il vero dilemma che c’è dietro il mancato decollo dell’utilizzo sistematico di sistemi di produzione energetica dal sole o dal vento nelle civili abitazioni.

Le incognite maggiori girano intorno alla difficoltà ad avere assicurato un flusso continuo di energia proveniente dalle fonti rinnovabili. Ovvero, se con il fotovoltaico riusciamo a far marciare energeticamente un’abitazione in estate nelle ore diurne, cosa succede in inverno nelle ore notturne? Discorso similare per l’eolico che quando non tira vento potrebbe andare in crisi.

Tradotto in altre parole, a che punto è la tecnologia di accumulo dell’energia prodotta nei momenti di punta?

La risposta è che siamo ancora indietro.

Un investimento da 7 milioni di euro per realizzare la prima rete europea di infrastrutture di ricerca sull’accumulo di energia, elemento chiave per accrescere la diffusione delle fonti rinnovabili e accelerare la decarbonizzazione. È questa la sfida del progetto europeo StoRIES (Storage Research Infrastructure Eco-System), coordinato dai ricercatori del Karlsruher Institut für Technologie (KIT), che coinvolge un totale di 47 partner di 17 Paesi. All’iniziativa, della durata di 48 mesi, per l’Italia partecipano ENEA, CNR ed Eni che, insieme alla francese EDF, rappresenterà il punto di vista delle imprese; altri partner sono istituzioni, organismi di ricerca, istituti tecnologici, università e associazioni quali ESFRI, l’European Strategy Forum on Research Infrastructures, EERA, la European Energy Research Alliance, ed EASE, l'Associazione europea per lo stoccaggio dell'energia, tutti organismi che collaborano da diverso tempo e hanno dato vita al nucleo dell’ecosistema europeo di Energy Storage.

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