Superbonus 110% per tutto il 2022 ma già si pensa al 2023
Per tutto il 2022 sarà possibile accedere all'agevolazione del Superbonus ma si studiano regole semplificate e accesso aperto alle strutture ricettive
Si allungano i termini per accedere al Superbonus ma ancora non bastano; servono tempi ancora più lungi e regole più semplici. Allo studio anche l'allargamento della platea dei soggetti fruitori.
Certificata la proroga del Superbonus 110% per tutto il 2022 dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che il Governo Draghi presenterà all’Europa, la discussione si sposta subito al successivo allungamento dei termini al 2023 e alla semplificazione burocratica delle pratiche di accesso.
A frenare la misura su cui l’Italia ha improntato la ripresa del comparto dell’edilizia nazionale, un comparto capace da solo, insieme al suo indotto, di muovere oltre il 20% del PIL nazionale, c’è stata la macchinosità delle pratiche da svolgere per richiedere l’agevolazione fiscale prevista dal Superbonus e la sua concessione. Ciò ha rallentato gli avvenuti accessi alla fruizione del bonus rispetto alle aspettative.
Se da una parte la proroga a tutto il 2022 permette di tirare un sospiro di sollievo a chi ha già intrapreso la strada per la concessione del bonus, occorrerebbero altri 12 mesi per dare modo anche alle ditte di caricarsi le commesse per chi, ancora titubante, non inizia le pratiche.
Non solo, altro motivo di discussione è l’allargamento della possibilità di accesso al bonus per alberghi, ristoranti e altre strutture ricettive che al momento sono escluse dalla platea dei soggetti destinatari previsti dalla legge.
Nella discussione in Parlamento si è quindi discusso della proroga al 2023 del superbonus 110% ma anche di un bonus ristrutturazioni con aliquota unica al 75% che vada a sostituire la selva di tutti gli altri bonus oggi esistenti (termico, energetico, ecobonus, ecc...).
Proprio a proposito di semplificazione, l’idea del bonus unico al 75% prevederebbe una facilitazione all’accesso con livello di erogazione proporzionale all’intervento. Ovvero, più l’intervento richiesto permetterà all’edificio di scalare classi energetiche, più la percentuale di agevolazione crescerà fino al massimo del 75%.
Ciò permetterebbe di abbattere sensibilmente la soglia degli interventi che fino ad ora hanno ricevuto dei dinieghi perché non abbastanza “efficientanti” rispetto ai parametri oggi richiesti.