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Superbonus: stop cessione crediti danneggia terzo settore

Rete Irene: preoccupati da possibile muro contro muro con governo

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La denuncia arriva da Manuel Castoldi, Presidente di Rete Irene, una rete di imprese per l’efficienza energetica composta da 20 imprese e 8 partner industriali. 

“Lo stop improvviso e totale alla cessione del credito e allo sconto in fattura, annunciato al termine dell’ultimo Consiglio dei Ministri, ha creato un’ondata di preoccupazione sia in tutta la filiera degli operatori, sia tra i committenti degli interventi che non sanno se e quando i lavori potranno riprendere. Tra questi ultimi innumerevoli soggetti del terzo settore che hanno bisogno degli incentivi fiscali per riqualificare le loro strutture: si tratta di associazioni che assolvono ad un essenziale compito sociale, e che adesso non possono più contenere i loro consumi energetici o rendere più salubri i loro spazi attraverso la riqualificazione edilizia”. La denuncia arriva da Manuel Castoldi, Presidente di Rete Irene, una rete di imprese per l’efficienza energetica composta da 20 imprese e 8 partner industriali. 

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“Risulta del tutto impossibile fare e beneficiare della riqualificazione in un contesto normativo in continuo stravolgimento: un approccio che sorprende, specialmente considerata l’attenzione mostrata in altri casi dalla maggioranza ad evitare cambiamenti normativi forti prima che le filiere interessate abbiano il tempo di adattarvisi. La riqualificazione edilizia, peraltro, va ben al di là degli interessi di filiera: contribuendo a decarbonizzazione, salubrità di immobili e città e sicurezza energetica dovrebbe essere regolata e sostenuta con politiche molto più affidabili e sistematiche”, prosegue Castoldi che guarda" con preoccupazione al prossimo futuro dei rapporti tra il settore ed il governo.

“Temiamo anche gli effetti che misure di questo tipo possono avere sulla prosecuzione del dialogo tra Governo e settore. Rete Irene continua a chiedere che sia abbandonata la logica della decretazione d’urgenza e che si risponda alle esigenze del bilancio pubblico e del settore con politiche stabili nel medio e lungo periodo. Provvedimenti di questo tipo, invece, continuano a tenere bloccato il settore e il dibattito politico nazionale in un “muro-contro-muro” da cui è difficile emergano soluzioni realmente costruttive, a beneficio di tutte le parti coinvolte", conclude.

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