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Lo smart working è l'alleato dei professionisti

Il 18% dei liberi professionisti adotta lo smart working di lavoro nel proprio studio

Fonte immagine: pixabay
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Il 18% dei liberi professionisti adotta lo smart working di lavoro nel proprio studio, per lo più consentendo a una parte dei collaboratori di alternare lavoro in remoto e lavoro in presenza (16%).

Il 18% dei liberi professionisti adotta lo smart working di lavoro nel proprio studio, per lo più consentendo a una parte dei collaboratori di alternare lavoro in remoto e lavoro in presenza (16%). La quota di dipendenti che attualmente usufruisce dello smart working è pari all’11% nel campione Confprofessioni. Anche in questo caso il lavoro da remoto si alterna alla presenza in studio nel corso della settimana (9%). Emerge dal VII Rapporto sulle libere professioni in Italia – Anno 2022, a cura dell’Osservatorio libere professioni di Confprofessioni, presentato oggi a Roma.

Il grado di digitalizzazione dello studio professionale è percepito come medio-alto da circa l’80% dei professionisti e il 72% dei dipendenti. In particolare, il 73,5% dei liberi professionisti investe in strumenti informatici finalizzati all’utilizzo di software specifici per la propria professione, il 72,3% in soluzioni per la fattura elettronica.

Tra il 35 e il 40% dichiara di investire in software per la gestione documentale, nei siti web e nella conservazione digitale a norma. Meno diffusa l’adozione di soluzioni informatizzate per la formazione continua dei dipendenti, infatti solo il 10,7% dei professionisti dichiara di investire in piattaforme di elearning.

Per quanto riguarda le aree in cui sta avvenendo la digitalizzazione i professionisti investono principalmente nella gestione della contabilità economica e finanziaria e nella gestione del personale. Al di sotto del 20% sono coloro che dichiarano di digitalizzare l’area del proprio business.

Ai dipendenti è stato anche chiesto di autovalutare le proprie abilità informatiche: si nota in generale un livello buono per quanto riguarda lo svolgimento di attività base come l’utilizzo di internet, della posta elettronica e la gestione e redazione di file e cartelle. Il 68% dei dipendenti dichiara una buona conoscenza degli specifici software gestionali in uso presso lo studio professionale mentre scende al 60% la dimestichezza con il pacchetto office.

La percentuale crolla al 6% per quanto riguarda l'autovalutazione dell'utilizzo dei linguaggi di programmazione. Infine, sono presenti ampi margini di miglioramento per quanto riguarda gli investimenti nella formazione sulle competenze digitali dei dipendenti; infatti, il 69% degli intervistati dichiara di non aver seguito e che non seguirà nei prossimi mesi corsi di aggiornamento o formazione sul digitale. Solo un quarto dei dipendenti dichiara di aver seguito dei corsi e il 2% che lo farà nei prossimi mesi.

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